Moria di pesce: quali le cause?

Sinteticamente le condizioni che hanno generato tale fenomeno sono:
 – continui apporti di acqua dolce in particolare dal Po che hanno innescato condizioni eutrofiche delle acque (crescita di micro e macroalghe, queste ultime particolarmente in aree protette da barriere frangiflutti con scarso idrodinamismo);
 – l’area interessata è più sensibile ai fenomeni eutrofici perché è direttamente investita dagli apporti del Po e presenta uno scarso idrodinamismo che non facilita il miscelamento/diluizione delle acque;
 – persistenza di condizioni di mare calmo;
 – marcato innalzamento delle temperature delle acque, con valori in superficie prossimi ai 30°C e superamento dei valori medi stagionali di 3 – 4°C su tutta la colonna;
 – conseguente formazione di vaste aree ipossiche/anossiche (carenza/assenza di ossigeno disciolto) negli strati di fondo rilevati nelle ultime 2 settimane (vedere mappe dell’ossigeno disciolto contenute Bollettini n. 17 e 18 presenti in questo sito alla pagina archivio bollettini);
 – la carenza di ossigeno ha conseguentemente creato condizioni non idonee alla vita degli organismi che vivono a stretto contatto dei fondali causando soffocamento e conseguente moria), ad esempio i pesci (sogliole, paganelli, ecc..) e i molluschi (vongole, cannolicchi, ecc..), nel ravennate anche razze;
 – nel pomeriggio/sera di lunedì 29/07 sono spirati venti da terra (Libeccio, Garbino) che hanno creato un fenomeno di upwelling, (spostamento delle masse d’acqua superficiali verso il largo) richiamando sotto costa le acque di fondo maleodoranti e con esse anche gli organismi morti o agonizzanti;
 – tale condizione critica può favorevolmente essere risolta da una forte mareggiata.
 
 Con certezza si può affermare che tale fenomeno non deriva da apporti di sostanze inquinanti nelle acque di mare, è un fenomeno conosciuto come conseguenza di eventi eutrofici, problematica ambientale della costa emiliano-romagnola che negli ultimi anni aveva segnato un trend in miglioramento.
 E’ importante ricordare che le stesse condizioni eutrofiche sono il fulcro per avere un’area produttiva per pesca e molluschicoltura.

Fonte: Arpa Emilia Romagna